Nei dintorni di Tolosa da oltre una anno si protesta contro la costruzione di un’autostrada.
Si prevede l’artificializzazione di circa 400 ettari di terreni agricoli, il taglio di platani secolari e la compromissione della fauna e della flora circostante, oltre al gran numero di soldi pubblici spesi (23milioni di euro su 450 mln totali) , nonostante l’opinione pubblica sia in larga parte contraria alla realizzazione dell’opera.
Secondo il governo francese il progetto della A69 è fondamentale per connettere territori fino a oggi isolati e comporterebbe un guadagno di 15-20 minuti nella tratta Tolosa – Castres. Dal punto di vista degli attivisti, la cementificazione dell’area porterebbe più disagi che benefici. La strada attuale non è congestionata per gli 8000 veicoli al giorno transitanti.
Si tratta delle stesse zone dove nel 2014 perse la vita un attivista botanico – Remi Fraisse (ucciso da una granata della polizia durante una manifestazione contro la costruzione della diga di Sivens). La diga fu dichiarata inutile nel 2016, una vittoria per i movimenti che oggi scrivono:
Era 9 anni fa. Sulla ZAD di Sivens creata per difendere la zona umida del Testet, il 26 ottobre 2014, Rémi Fraisse, 21 anni, è stato assassinato da una granata lanciata da un gendarme agli ordini di un governo “socialista”. Da allora, il gendarme ha beneficiato di un “archiviazione delle accuse” e la famiglia di Rémi continua a chiedere giustizia. All’inizio di luglio 2016, il progetto della diga di Sivens è stato giudicato illegale dai tribunali: la nostra resistenza è stata più che legittima. Tuttavia, le violenze perpetrate dalle milizie pro-dighe e dalle forze dell’ordine/repressione nei confronti degli attivisti ambientali sono state numerose e restano anch’esse impunite. Nel 2023 i progetti dannosi e imposti restano numerosi e pericolosi per il futuro della vita. Al contrario, la Resistenza è attiva e creativa. Come negli altri anni, la parola verrà data ai collettivi combattenti*.
Una delle ultime mobilitazioni, quella del 21 ottobre ’23 chiamata Ramdam sur le Macadam ha visto oltre 10000 manifestanti marciare per dire no al progetto.
“Stiamo uscendo da una lunga fase di tensione dopo gli scioperi della fame durati più di 40 giorni e terminati con gli scioperi della sete di 3 attivisti della GNSA. Durante questi 43 giorni, abbiamo fatto di tutto per instaurare un dialogo con i responsabili del progetto, ovvero Carole Delga, Emmanuel Macron, Clément Beaune. Ci sono 85.000 firme su una petizione, 2.000 scienziati che denunciano questa autostrada e 150 agricoltori contrari. C’è anche la commissione generale per gli investimenti che denuncia un’autostrada parallela ad una strada pubblica che non è affatto satura e che sarebbe in perdita economica”. dicono gli attivisti.
Molti i gruppi e le organizzazioni promotori del corteo tra cui La Voie est Libre , collettivo attivo fin dalla prima ora contro la realizzazione dell’autostrada. Esattamente un anno prima dell’ultima protesta, il 21 ottobre 2022, aveva lanciato insieme a molte altre realtà una marcia di protesta lunga 4 giorni
Ma dopo che la commisione per l’impatto ecologico ha dato l’ok, il 6 marzo 2023 sono cominciati i lavori e con essi le azioni di sabotaggio e di disobbedienza civile.
Occupazioni di alberi, per evitare lo sradicamento; blitz di fronte alle aziende responsabili della cementificazione; blocchi stradali, sono solo alcuni dei mezzi che i militanti e gli attivisti hanno utilizzato contro le decisioni del governo francese. Durante l’ultima marcia una cementeria è stata data alle fiamme e una ZAD (zone a defendre) è stata creata occupando alcune case espropriate. Ma la zona liberata è stata sgomberata repentinamente dalle forze dell’ordine il cui intervento ha determinato molti feriti.
I collettivi Soulevements de la terre Extinction Rebellion Toulouse, GLAM e La Voie est Libre dicono:
Questa mattina, intorno alle 11,30, la prefettura ha deciso di evacuare brutalmente con la forza il sito di Crémade e i suoi notevoli edifici espropriati lungo il percorso della A69.
I gendarmi mobili hanno fatto irruzione nel sito e nel campo circostante, sparando gas lacrimogeni… proprio nel bel mezzo dell’assemblea dell’Atécopol, ospitata da decine di scienziati, tra cui membri dell’IPCC, che spiegavano la gravità della crisi climatica e l’importanza di fermare progetti come la A69. Tali spari hanno causato lo scoppio di diversi incendi nei campi e nei boschi circostanti, situazione estremamente pericolosa per il luogo e per le persone presenti. Il gas ha coperto il campo dove erano allestite le tende e lo spazio di sostegno psicologico e dove si erano rifugiate le famiglie con bambini” denunciano i membri del collettivo che parlano di “un brutale attacco da parte della polizia. La repressione e la politica avventata del governo contro il clima, di cui la costruzione della A69 è emblematica. Calmare la situazione sarà possibile solo con il ritiro della gendarmeria dalla zona di Crémade e la chiusura dei cantieri.
Intanto i collettivi si stanno riorganizzando e nuovi appelli per l’opposizione al taglio degli alberi e al compimento dell’opera infrastrutturale stanno circolando in rete.
Per maggiori info
Xr Toulouse
Soulevements de la terre
La voie est libre
Glam